L’Italia a Velika Gorica per l’Adapted Judo Project
Centocinquanta atleti di 12 nazioni hanno gareggiato nel fine settimana a Velika Gorica, in Croazia, in quello che è stato il primo appuntamento ufficiale del circuito dedicato al judo adattato. Il Get Together Tournament è un’altra proposta importante dell’European Judo Union, che ha
affidato a Marina Draskovic la guida dell’Adapted Judo Project. "Quello di oggi è stato il primo evento ufficiale per il judo adattato organizzato dall’EJU nell’ambito del Progetto “Get Together”. -ha detto Alessandro Comi, nella veste di EJU Sport Commissioner- È un percorso al tempo stesso ambizioso e lungimirante che da una parte mira a creare un linguaggio comune tra i molti interlocutori che a livello continentale si occupano di judo e disabilità, dall’altra sposta i riflettori su un altro judo rispetto a quello dei grandi eventi a cui siamo abituati. L’approccio adottato dagli esperti EJU che hanno lavorato al progetto è quello di portare sul tatami le abilità e non le patologie, valorizzando attraverso il judo e i suoi principi base, ciò che ogni atleta può fare. È qui che il famoso slogan EJU “Judo more than sport” diventa realtà e ci chiama in causa tutti…la disabilità è d’altronde esperienza quotidiana nella maggior parte dei nostri club e l’EJU ci dà l’opportunità di portare sul tatami risorse altrimenti impensabili".
“Siamo molto contenti di aver organizzato questo Torneo Get Together a Velika Gorica -ha detto Marina Draskovic- in quanto è il primo appuntamento del circuito ufficiale dopo il test che abbiamo fatto lo scorso novembre a Venray. Qui tutto è andato per il meglio, e con i diversi livelli di disabilità e l’eterogeneità delle capacità individuali non è una cosa banale, in quanto le fasi preliminari sono state molto accurate con la suddivisione dei livelli, da 1 a 5 e due le fasce d’età, under ed over 16. L’impegno più importante è quello di identificare il livello appropriato di ciascun judoka per competere equamente in una situazione di shiai, consentendo a tutti di esprimere la loro abilità nel judo e dimostrare ciò che possono fare. Una volta definiti tutti i livelli e disposti sul tatami, possiamo identificare chiaramente le differenze e questo ci consente di formare i gruppi ed avere una competizione che sia costruttiva per tutti”.
La presenza dell’Italia è stata assicurata da Chiara Meucci, tecnico della Fight Academy di Francavilla a Mare, che ha accompagnato e seguito i suoi ragazzi in questa nuova esperienza.
“È importante comprendere che anche in questo ambito c’è la progressione nelle abilità e nell’apprendimento -ha detto Chiara Meucci- per gli atleti e per i tecnici che vi si dedicano, esattamente come accade per i normodotati e quindi, è stata creata anche la progressione di livello, da nazionale ad internazionale. L’impegno è l’aspetto determinante, chiunque scelga di impegnarsi ce la può fare, che sia un atleta o, soprattutto, un tecnico. Ed è a questa categoria che mi vorrei rivolgere invitando tutti i tecnici a riflettere su quanto possa essere bella ed appagante la dedizione per questi ragazzi”.
E bene hanno fatto i ragazzi della Fight Academy di Francavilla a Mare, che in quest’occasione hanno ottenuto i primi posti con Cristiano Concas, Matteo Anzellini, Onyeaju Rejioce Chidera, Gianmarco Crisante, il secondo posto di Michele La Torre ed il terzo di Guerino De Luca.