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Le interviste olimpiche… chiacchiere in libertà con Alice Bellandi

L’intervista che segue è con Alice Bellandi ed è la prima delle tredici “Interviste Olimpiche” che scandiranno le giornate fino ad arrivare appena prima dell’inizio delle gare a Parigi. Qualche chiacchiera in libertà per conoscere meglio le atlete e gli atleti che, presentati quì in ordine

alfabetico, saranno i grandi protagonisti sui tatami delle Olimpiadi da sabato 27 luglio. Chiacchiere in libertà, ma anche chiacchiere che talvolta svelano un’intimità che ciascuno di questi campioni ha concesso aprendosi ed emozionandosi...

Ciao Alice! Chi vincerà i 78 kg a Parigi?

“Alice Bellandi!”.

Ok, adesso presentati, nome e cognome, categoria di peso e migliori risultati.

“Sono Alice Bellandi, 78 kg, i miei migliori risultati sono l’ultimo argento mondiale, il bronzo mondiale 2023, direi anche la medaglia d’oro al Master 2022, le due medaglie europee argento 2023 e bronzo 2022… e poi campionessa del mondo junior, non me lo dimenticherò mai”.

Qual è il tuo primo ricordo dell’Olimpiade, quand’eri bambina e qual è il pensiero oggi, che hai dell’Olimpiade?

“È vivido per me il ricordo di quando Fabio vinse l’Olimpiade a Rio. Io ero al mare con i miei zii e mi sembrò una cosa tanto grande. Ricordo anche Odette ed io, che ero appena entrata nel giro della Nazionale, scrissi subito a Dario (Romano). Poco dopo ricevetti un messaggio che diceva “un giorno anche tu sarai lì”.

Tu hai già partecipato ad un’Olimpiade, come la ricordi e cosa c’è di diverso oggi che ti appresti a vivere quest’altra a Parigi?

“L’Olimpiade a Tokyo la ricordo per il quadriennio tanto doloroso e tanto complicato che l’accompagnò, ma nonostante sia andata com’è andata, per me è stata un bel regalo. Parigi, sono sincera, voglio semplicemente continuare a divertirmi, come ho fatto in questi tre anni di percorso in cui mi sono tolta tante soddisfazioni. Sono cresciuta tanto e la gara a Parigi è un bel passo per completare questo percorso. Voglio vivermela esattamente per quello che è, ovvero una gara. Chiaramente voglio vincerla ed arriverò a quella gara esattamente come a tutte le altre, con l’obiettivo e la voglia di vincere”.

Se quel giorno fosse oggi, quali sono i passaggi, la routine che segui per arrivare “giusta”?

“Negli anni ho abbandonato qualsiasi cosa possa avere un legame con la scaramanzia, faccio ciò che ho voglia e mi fa sentire bene, se ho voglia di ascoltare la musica ascolto la musica, se non voglio non la sento, non voglio creare una regola perché non c’è regola, è un giorno come gli altri e siamo noi che diamo quella forza e quella potenza che a volte salva ed a volte distrugge. Baciare i cerchi olimpici prima di iniziare, ecco questa è una cosa che è rimasta, lo faccio ancora, mi va di farlo”.

In tutto questo percorso hai avuto e tutt’ora hai delle persone che ti sono accanto, ti supportano e ti accompagnano per riuscire, tutti insieme, ad andare a punto. Qual è il tuo pensiero per queste persone?

“Un grande grazie va ad Antonio, Antonio Ciano. Abbiamo iniziato questo percorso come due sconosciuti, però come due persone che hanno avuto un passato molto turbolento e su due strade completamente diverse. Ci siamo incontrati prima di Tokyo e poi, in questo triennio abbiamo consolidato e costruito un rapporto che per me è speciale ed è quello che ha aiutato ad arrivare dove sono adesso.

Un altro grande grazie lo voglio regalare alla persona che mi ha aiutata a crescere, ed è Laura Pasqua, la mia mental coach, mi ha aiutata e mi ha fatto riscoprire parti di me che prima non accettavo e mi hanno permesso di essere esattamente quella che sono oggi e di essere anche meglio in futuro. Sicuramente ‘Grazie’ va alla mia famiglia, che comunque, anche da lontano, mi ha sempre supportato, in qualsiasi momento bello e brutto. Un grande grazie va alle Fiamme Gialle, il mio gruppo sportivo, grazie alla mia fisioterapista di fiducia, Lisa Mantovani che è sempre stata un po’ il mio guru. Diciamo che senza di lei non sarei qui oggi, da piccola ho avuto un infortuno molto grave, dal quale lei mi ha tirato fuori senza un intervento che mi avrebbe precluso la carriera. e poi ci sono tante persone che devo ringraziare, i preparatori delle Fiamme Gialle, il mio massaggiatore Marco Barbone, il mio nutrizionista Francesco Fagnani, tante persone che sono dietro a questo grande sogno. Sicuramente lo staff della nazionale, Francesco, che è da anni che ci conosciamo e per Tokyo mi ha salvato da momenti difficili. E non lo dimenticherò mai. Ma anche tutte le persone che oggi non sono più al mio fianco e comunque nel bene o nel male mi hanno lasciato qualcosa. E non sono il genere di persone che porta rancore ed in particolari momenti della mia vita qualcosa mi hanno lasciato. Ed anche quella piccola briciola mi ha reso e mi rende la persona che sono oggi”.

Se a Parigi arrivasse una medaglia, per chi sarà il primo pensiero?

“Per me stessa…”

A questo punto Alice si commuove e l’intervistatore, per spostare altrove l’attenzione, pone un’ultima domanda. Sei a Parigi, se ti trovassi a dover scegliere fra: perdere la finale per l’oro e vincere la finale per il bronzo?

“La finale per l’oro! La finale olimpica è la finale olimpica… e te lo dice una che ha appena perso una finale mondiale!”.

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