Intervista olimpica Matteo Piras: Parigi? la trama di un bel film… con un gran finale
Buongiorno Matteo, domanda facile facile per rompere il ghiaccio… Chi vince a Parigi nella tua
categoria?
“Nella mia categoria? Embè, ce l’hai davanti! È facile, manco devi pensare il nome”.
Ok, nome e cognome, categoria di peso e maggiori successi sportivi.
“Allora, sono Matteo Piras, 66 kg, nella mia carriera il primo grande risultato che ho ottenuto è quello del 2007, campione italiano esordiente B, quindi U15. Il primo anno avevo perso e l’anno successivo che ho vinto è stata un’emozione infinita. Già essere per la prima volta in quel palazzetto a Roma è stato un sogno, allora non c’erano tutti i social di oggi. Poi un altro grande risultato per me è stato quando ho fatto bronzo alle Universiadi a Gwangju nel 2015, era da dodici anni che l’Italia non prendeva una medaglia alle Universiadi e poi, l’ultimo grande risultato è la qualificazione per queste Olimpiadi. che è arrivata a 31 anni, dopo tanta tanta fatica.”.
Qual è il primo ricordo o il primo pensiero che hai dell’Olimpiade da bambino o da ragazzo e quel è invece quello di oggi?
“Il primo ricordo, essendo io nato nel 1993, in una famiglia di judoka, il judo si respirava costantemente in casa ed il judo, negli anni 90, si poteva vedere soltanto in Tv alle Olimpiadi e quindi la prima di cui ho un ricordo è quella di Sydney, poi è arrivato l’oro di Pino Maddaloni e quindi quello è stato il primo ricordo enorme. Poi ho avuto la fortuna di crescere all’interno di questo ambiente, poi è arrivata Atene nel 2004, Pechino 2008 e le ho vissute ancora di più. È arrivato l’oro di Giulia Quintavalle, che ho avuto la fortuna di vedere durante la preparazione olimpica perché sono stato al Centro Olimpico, perché già ero un pochino più grande. E poi quelle di Londra 2012 con Rosalba Forciniti, che ho avuto la fortuna, ancora di più, di essere convocato in ritiro come sparring partner di Francesco Faraldo, anche lui 66 kg che ha partecipato alle Olimpiadi, e quindi le ho vissute a pelle, vedendole lì sopra. Poi quelle di Rio, con l’oro di Fabio Basile, mio compagno di palestra dal 2004, quindi sono vent’anni che ci alleniamo nella stessa palestra. E quindi era ancora di più, fino a Tokyo 2021 con tutti i ragazzi che ho visto crescere, ovviamente parlo del livello maschile, ma ci sono anche tutte le donne. Odette, io ho avuto modo di stare in nazionale dal 2009 fino ad oggi, quindi sono tantissimi anni. Fra l’altro c’è un aneddoto di due anni fa, quando le dissi che della nazionale cadetti del 2009, di quelli che continuavano a fare gare, eravamo rimasti solo più quattro, quindi io, Fabio, Odette e Maria. E di questi quattro ero l’unico che non aveva fatto le Olimpiadi, e anche l’unico che non ha fatto medaglia…
E quindi, due anni fa, quando è successo quello che è successo, che mi sono congedato per cercare di inseguire questo sogno, che mi era stato impedito di raggiungere… due anni fa ho detto proprio questa cosa qua a Odette, e l’altro giorno gliel’ho ricordato di nuovo e mi fa: vedi che ce l’hai fatta. E quindi, per arrivare a Parigi, il mio ricordo è proprio quel momento preciso del campionato del mondo in cui stavo guardando l’incontro di Elios sul maxischermo, cercavo di capire se riuscissi o no a qualificarmi matematicamente. E nel momento in cui è finito l’incontro, mi ricordo che mi sono girato, vedevo tutto il tatami del riscaldamento, ma non vedevo niente. Era come essere in una bolla e la prima cosa che ho fatto è stato allargare le braccia, solo come un pazzo in mezzo al tatami. Poi sono crollato in ginocchio e… e mi sono messo a piangere”.
Questa è la tua prima Olimpiade, come immagini sarà vivere l’esperienza a Parigi, non solo la gara?
“Non te lo so dire, perché non l’ho mai fatto. L’ho sempre sognato, immaginato, costruito, ricostruito con i giocattoli da bambino, le premiazioni, le cerimonie, ma non l’ho mai vissuto. Non ho aspettative. Un po’ perché ho imparato a stare nel qui ed ora, così puoi goderti a pieno l’essenza di quello che è quello che succede. Per esempio, non mi sono fatto aspettative su questa intervista, mi sono detto: vado lì e quello che mi chiedono mi chiedono e quello che dico dico. E la prima cosa che mi esce, è quella più sentita, più veritiera. Se poi ci penso ci metto dentro mille cose e quindi, per rispondere alla domanda, starò nel qui ed ora e quello che sarà sarà”.
Nel qui ed ora ci sono anche tutte le persone che ti stanno intorno e per queste persone che ti sono state vicine in questo percorso, hai un pensiero per loro?
“A loro direi innanzitutto che avete guardato un bel film. E avete scelto, soprattutto, di sedervi, comprare il biglietto, andare fino al cinema, mettervi lì e fare proprio lo spettatore di un bel film. Con una bella trama, bello svolgimento ed un gran finale”.