Secondo giorno di Olimpiade a Parigi: Giuffrida quinta ed è oltre la leggenda
Quinto posto… Odette Giuffrida alle Olimpiadi a Parigi si è classificata al quinto posto. Dopo l’argento a Rio, dopo il bronzo a Tokyo, a Parigi è arrivato il quinto posto. “Non ha senso parlare di arbitraggio perché in una gara Olimpica i protagonisti dovrebbero essere gli atleti e non gli arbitri;
quindi, preferisco non dar loro tanta importanza… -è il commento del capo-allenatore femminile Francesco Bruyere- Voglio solo ringraziare Odette per avermi concesso l’onore e l’opportunità di essere al suo fianco in questo viaggio, regalandomi oggi l’ennesima grande emozione. Lei è la più forte atleta che io abbia mai conosciuto e oggi me l’ha dimostrato un’altra volta fuori e dentro dal tatami. Grazie!”
Malagó, arbitraggio semifinale Giuffrida fa riflettere ++ N.1 Coni: stesso arbitro di finale 3/o posto si commenta da solo (ANSA) - PARIGI, 28 LUG - "Onestamente dire che fa riflettere è dir poco". Così il presidente del Coni, Giovanni Malagó, ha commentato all'ANSA l'arbitraggio di semifinale e finalina di judo di Parigi perse entrambe da Odette Giuffrida, in una giornata in cui il team azzurro discute anche sul pugile Mouhiidine e la fiorettista Errigo fanno discutere. "Ho visto la semifinale e finale per il bronzo col presidente Falcone e il segretario generale Benucci, persone competenti ed equilibrate - ha aggiunto -. La cosa che ci ha sorpreso è che lo stesso arbitro della semifinale persa da Giuffrida lo hanno rimandato alla finalina: credo che questo si commenti da solo" (ANSA).
Olimpiade: giorno 2… attendendo Odette
È torrida la seconda giornata olimpica per la squadra azzurra. Matteo Piras si è sbarazzato al primo turno di Juan Postigos, atleta peruviano alla quarta partecipazione olimpica e che, per la seconda volta, è stato sconfitto al primo turno da un azzurro. Elio Verde infatti, lo affrontò e vinse nel primo turno a Londra nel 2012.
Odette Giuffrida invece, è alla terza Olimpiade e si muove come fosse la padrona di casa, ed in quanto tale conosce a memoria le regole: gentile, ordinata, sicura. E fra pochi minuti affronterà la semifinale con Distria Krasniqi…
Le decisioni arbitrali hanno sempre acceso discussioni e, com’è normale, hanno aperto fronti contrapposti: i pro ed i contro. Spesso (ma non sempre) i fronti rispondono alla parte sostenuta ed il fatto o, se preferite, la regola viene interpretata secondo convenienza. È la vita, o meglio è la debolezza umana e spesso, questa debolezza, per arbitri&supervisors, diventa uno scudo. È così e basta. Non rompete, noi siamo la legge… è così e basta!
Oggi Matteo Piras è andato sotto di wazari. E come ha fatto altre mille volte, ha reagito e l’ha fatto a modo suo: bene, con efficacia! Tocco il piede in ko uchi gari, l’avversario perde l’equilibrio, spingo come non mai e l’altro cade… appena fuori dal tatami. Embè? Cosa c’è che non va? Boh… non è dato saperlo… no score e si va avanti. Ma il team azzurro non ci sta, presenta ricorso… E quindi? La casta… ops, scusateci, i supervisors non sanno come mettere una pezza… Quindi? Silenzio! What’s others? Purtroppo non è una pubblicità e c’è poco da ridere.
“Ho appena finito il confronto con la commissione degli arbitri -ha riferito Raffaele Toniolo che ha affrontato l’impegno assieme ad Alessandro Comi- e la spiegazione è che si tratta di no-score in quanto, quando Buncic toglie il piede sul ko uchi di Matteo, a quel punto non è più ko uchi gari, ma inizia l’azione di sumi gaeshi. Io ho dimostrato che l’azione di sumi gaeshi non è sostenibile in quanto la mano destra di Buncic non fa una presa vera propria, ma appoggia la mano sulla schiena di Matteo in quanto è in pericolo ed altro non può fare che lanciarsi indietro. La nostra versione è rimasta ferma sul fatto che, squilibrato dal ko uchi, spinto e caduto sulla schiena altro non può essere che ippon. Loro, ovviamente, sono rimasti fermi sulle loro posizioni, noi rimaniamo del nostro parere, poi ognuno ha gli occhi per vedere ed ogni potrà giudicare come meglio crede questa azione. Quello che ci tengo a dire è che Matteo è arrivato a questa Olimpiade dando tutto se stesso, ci è arrivato da quinto classificato ad un Mondiale, oggi avrebbe potuto fare una bellissima gara, e molto probabilmente anche una medaglia… però quello che abbiamo subito a livello arbitrale non è stato giusto. L’altra cosa che mi dispiace è che ieri, in occasione degli episodi della svedese e del giapponese, non è stato preso nessun provvedimento. Penso che se un italiano avesse fatto quello che hanno fatto ieri Babulfath e Nagayama, probabilmente avrebbe avuto hansokumake disciplinare e forse anche un seguito”.