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Terzo giorno: Lombardo e la maledizione del quinto posto

Un’altra volta quinto posto per Manuel Lombardo. Sembra una maledizione. Soprattutto qui a Parigi ed ora, dopo tre giornate di gare stregate. E dopo il quinto posto a Tokyo nei 66 kg, con le sofferenze patite prima, durante e dopo, Manuel Lombardo si è rigenerato e costruito una nuova carriera

da leader nei 73 kg, arrivando a Parigi da numero 4, posizione che significa essere fra i più forti al mondo e quindi: tutto è possibile! E così poteva essere dopo che, nel recupero, Manuel Lombardo ha fulminato Arthur Margelidon con il primo attacco. Dopo pochissimi secondi il kata guruma dell’azzurro ha chiuso la partita che valeva l’accesso alla finale per la medaglia di bronzo alle Olimpiadi parigine. Nella gara dei 73 kg è successo di tutto, come accade sempre, soprattutto alle Olimpiadi e da quella lotteria, per la finale di Manuel è uscito il moldavo Adil Osmanov che, per quel che vale, in classifica mondiale è tredicesimo. L’incontro è stato molto acceso ed in sostanziale equilibrio, almeno fino a che, appena superato il secondo minuto, Osmanov si è inventato un attacco in o uchi gari con doppia presa sullo stesso lato. La caduta è secca, l’arbitro annuncia wazari, ma poi disegna nell’aria la forma di un video. I supervisors controllano e correggono: è ippon. Per Manuel Lombardo, un altro quinto posto, in due categorie di peso diverse è, e dev’essere motivo d’orgoglio. Certamente oggi è un incubo.

“Anche se oggi non è andata come ci aspettavamo -ha detto Raffaele Parlati, capo-allenatore maschile- non abbiamo niente da recriminare ai ragazzi, che hanno fatto del loro meglio; la speranza è che la ruota della fortuna giri anche per noi”.

“Un sorteggio sfortunato per entrare in gara -ha detto invece Francesco Bruyere, capo-allenatore femminile- salire su quel tatami è già difficile di per se, farlo subito con un’atleta come la giapponese complica le cose. Veronica però ha affrontato la sfida con la giusta determinazione, purtroppo si è aggiunto un problema alla mano che le ha precluso alcune possibilità tattiche. È sicuramente difficile da mandare giù, ma ora dobbiamo e cerchiamo di recuperare il più possibile per la gara a squadre perché sarà necessario averla nelle migliori condizioni”.

Terzo giorno: Lombardo ai recuperi e Toniolo fermata da Funakubo

Terza giornata alle Olimpiadi a Parigi, ma la musica delle gare di judo purtroppo rimane la stessa dei primi due giorni. A dettar legge è ancora e sempre lo shido. Le penalità continuano a scorrere a fiumi sui tatami nell’Arena Champ-de-Mars, tant’è che non c’è incontro nel quale non se ne assegnino e non si contano più gli incontri che terminano con il dannato e penosissimo shido 3 a shido 2. E giù fischi, indipendentemente dalla legittimità dell’assegnazione, perché il pubblico numerosissimo, appassionato e competente non ne può più, più che una gara questa Olimpiade di judo è diventata una lotteria dove, a vincere, non è il più bravo bensì il più furbo ed il più fortunato. Fatta questa doverosa premessa, Manuel Lombardo combatterà alle 16 per il ripescaggio dei 73 kg dato che, dopo aver vinto bene con il polacco Stodolski ed il tailandese Terada, è stato sconfitto da Akil Gjakova (Kos) nei quarti finali. Come? Ah già… shido 3!

Comunque, tranquilli, non c’è nessun complotto contro l’Italia perché Hashimoto è giapponese ed è stato beffato dalla logica dello shido 3 più che dal francese Joan-Benjamin Gaba, che ha svolto il suo compito che era quello di impedire ad Hashimoto di combattere. Lo ha svolto bene ed il pubblico in questo caso è esploso di felicità per la vittoria del proprio beniamino, anzi del proprio Benjamin, ma in tutti gli altri incontri, Lombardo compreso, hanno sonoramente fischiato. Comunque, così vanno le cose. Attendiamo le 16 per questo spareggio fra Lomabrdo ed il canadese Arthur Margelidon, sconfitto ai quarti da Heydarov per ippon. Sì… per ippon.

In gara oggi, nei 57 kg, Veronica Toniolo che ha affrontato al primo turno Haruka Funakubo. Mentre s’incamminava verso il tatami uno, seguita tre passi indietro dal coach e papà Raffaele, il viso di Veronica Toniolo appariva disteso e rilassato, quasi sorridente. Sono pronta! Questo è sembrato trasmettere e questo è stato l’atteggiamento che ha avuto anche dopo aver iniziato l’incontro con Haruka Funakubo. Il primo turno olimpico dei 57 kg è stato duro e complesso, ma questo lo si sapeva, però l’azzurra ha messo in gioco ogni risorsa disponibile. Contenere la presa della giapponese è stato un problema che ha messo sotto pressione la Toniolo, affaticandola. Una fatica che, nel golden score, ha aperto un varco nella difesa che Funakubo ha visto e sfruttato: o soto gari, wazari. Purtroppo, era il sedicesimo di finale e per Veronica Toniolo, l’Olimpiade è già finita.

“Sono fiero del percorso che ha portato Veronica alla qualificazione Olimpica come numero 10 della WRL Olimpica. Purtroppo, l'infortunio al GS di Parigi ha pregiudicato il nostro percorso di qualificazione che prevedeva di arrivare qui a Parigi come TdS per evitare fino ai quarti le atlete più pericolose. Purtroppo, dunque abbiamo dovuto saltare alcune competizioni che ci avrebbero fatto arrivare con un ranking migliore a Parigi. Se aggiungiamo il sorteggio del Mondiale con la JPN, poi bronzo, e questo sorteggio dell'Olimpiade possiamo dire che un po' di sorte meno sfavorevole sarebbe stata ben accetta. Ora pensiamo a sabato quando ci sarà la gara a squadra è Veronica ritornerà sul tatami”.

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